I TERRITORI LONGOBARDI

Al loro arrivo in Italia i Longobardi entrarono in contatto con la realtà culturale di un tertorio divenuto crocevia strategico tra occidente e oriente, un tempo cuore dell’Impero omano e ora sede della cristianità.
a stabilizzazione sul territorio italiano implicò il confronto con la popolazione locale, determinando un lento processo di integrazione che diede vita ad una cultura nuova, capace di coniugare la tradizione germanica con quella classica e romano-cristiana.
Il rapporto con l’antico che si venne a creare fu sfruttato dalle élites longobarde per legittimare il proprio crescente potere.
E’ ai Longobardi infatti che oggi si attribuisce un ruolo determinante nel passaggio tra la classicità e il Medioevo.
Essi contribuirono ad elaborare e diffondere le espressioni culturali, artistiche, politiche religiose che dal territorio italiano si diffusero in Europa; in questo modo anticiparono quella renovatio tradizionalmente attribuita all’età carolingia, e ispirata dalla conversione al cristianesimo, che tra la fine del VII e l’VIII secolo, portò ad una fioritura artistica che coinvolse tutta Italia.
Nel 568 i Longobardi, guidati da Alboino, mossero dalla Pannonia e si insediarono in Italia. Li accompagnavano popolazioni incontrate lungo il cammino: Sassoni, Gepidi, Svevi, Bulgari, Sarmati e parte della popolazione romana della Pannonia.
Occupato il Friuli, estesero progressivamente il proprio dominio su gran parte del territorio nazionale, dando vita a un regno indipendente in grado di contrapporsi al dominio bizantino.
Apparteneva ai Longobardi tutto il nord della Penisola ad eccezione delle coste della Liguria e del Veneto; al centro e al sud si formarono invece i ducati di Spoleto e di Benevento.
I Bizantini conservarono i territori dell’esarcato di Ravenna e il cosiddetto “corridoio bizantino” che collegava Ravenna con Roma e divideva il regno longobardo in due parti: la Langobardia Major a nord e la Langobardia Minor a sud.

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