INTELLIGENZA NELLE MANI

La metallurgia: un’arte tra quotidianetà, guerra e potere

Per i Longobardi gli individui che godevano di maggiore prestigio sociale erano i cavalieri.
Tuttavia, un posto di rilievo era occupato dai fabbri, perché, con le loro mani, era indispensabile per preparare l’equipaggiamento dei guerrieri, forgiare le spade, i pugnali, ferrare i cavalli e costruire o riparare le ruote dei carri da trasporto, usati nel periodo delle grandi migrazioni di massa dalla Pannonia all’Italia. Oltre a ciò, il fabbro sapeva anche realizzare tutto ciò di cui la comunità del villaggio necessitava, come coltelli, mestoli e brocche per la vita di tutti i giorni della gente comune, non solo dei guerrieri.

Inoltre, questi artigiani erano altresì in grado di lavorare i metalli preziosi, riservati alle figure di alto lignaggio e con un ruolo primario all’interno della comunità. Nascevano così le effige del potere, che erano forgiate in oro e argento, impreziosite da pietre preziose incastonate o da pasta di vetro levigata o da cristalli: anelli, fibbie, catene, e altri oggetti preziosi smaltati, come le croci che servivano a testimoniare la conversione alla fede cristiana.
Dunque, la vita della comunità era strettamente legata all’abilità manuali di colui che veniva considerato un “magister”, ossia un maestro nell’arte della metallurgia.

Nel cimitero di San Salvatore, in quello che allora era il Ducato longobardo di Spoleto, è stata ritrovata una sepoltura tombale di un fabbro, con tutto il suo corredo di utensili per lavorare: il crogiolo per fondere, le tenaglie e gli attrezzi per piegare le lamine di ferro o per granulare l’oro.

Dai rilievi archeologici effettuati nelle sepolture di tutta l’Italia longobarda, è stato possibile mettere a confronto armi, oggetti d’uso comune e gioielli, che hanno messo in luce il continuo lavoro di apprendimento e affinamento delle tecniche metallurgiche. Ciò è dimostrato dal fatto che, nel momento in cui gli artigiani nordici venivano in contatto con le tecniche bizantine o tardoromane, se ne impossessavano, dando vita a nuovi stili o a ibridazioni in cui, oltre ai metalli, si fondevano tra loro sapienze diverse.

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