SPEZZARE LE OSSA

“Spezzare le ossa” è un’espressione che la lingua italiana ha ereditato nella sua evoluzione dal volgare ai giorni nostri.
Oggi siamo soliti utilizzare questo modo di dire in senso figurato, ma bisogna sapere che in età longobarda, si trattava di un’immagine da intendersi in senso letterale.
Del resto, tutta la cultura alto medievale ha in sé l’immagine ricorrente dell’uomo di rango elevato che si nutre voracemente di piatti a base di carne.
Nel Chronichon Novalicense (III, 21) del XII secolo, viene riferito un episodio emblematico a questo proposito.
Nello scritto si dice che verso il crepuscolo del regno longobardo, nella capitale Pavia si tenne un banchetto in una sala delle cerimonie utilizzata dagli uomini potenti in occasioni solenni.
Qui, il principe Adelchi volle mettere in scena un’azione dal forte significato simbolico, al fine di intimorire l’animo di Carlo Magno con la minaccia di una sollevazione generale di tutto il popolo longobardo contro i Franchi.
Il giovane principe, aiutato da un fedele servitore del padre Desiderio, si sedette al tavolo in incognito e si fece consegnare tutte le ossa delle carcasse di animali (cervi, orsi, buoi e bufali) già divorati, sia anche quelle ancora ricoperte di carne.
Di fronte a tutti i commensali, prese a spezzare sistematicamente tutte le ossa per mangiarne il midollo; quindi, sparse i resti sotto la tavola e se ne andò.
Quando Carlo vide questo gesto, comprese immediatamente la terribile maledizione lanciata contro di lui da Adelchi: un segno di sfida alla presenza di tutta la nobiltà del tempo.

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