SPOLETO LONGOBARDA

La costituzione del Ducato longobardo di Spoleto ad opera di Faroaldo si colloca poco dopo l’arrivo dei Longobardi in Italia (568): rimase indipendente fino al 729 d.C., quando si assoggettò al regno. Per quanto riguarda la città, la conoscenza dell’organizzazione urbana e dell’architettura pubblica e residenziale di età longobarda è ancora agli inizi, sebbene tutto il settore meridionale dell’abitato romano sembra assumere particolare rilievo proprio in età altomedievale, in particolar modo quello che gravitava sull’asse stradale che collegava il teatro con il punto di innesto della via Flaminia nell’asse del cardo maximus. Scavi archeologici di emergenza hanno recentemente portato in luce alcune significative testimonianze di età postclassica, quale un complesso di ambienti a destinazione termale in prossimità del foro, sotto palazzo Mauri. I vani presentano una straordinaria pavimentazione a mosaico con motivi fitomorfi e zoomorfi di orientamento cristiano e di ascendenza bizantino- ravennate. Nelle immediate adiacenze di palazzo Mauri, sul limite meridionale del foro, un tempio su alto podio di età augustea venne precocemente trasformato in chiesa dedicato a Sant’Ansano, martire senese. La chiesa di Sant’Agata, della cui fase altomedievale restano solo alcuni capitelli a stampella esposti presso il Museo del Ducato di Spoleto, venne eretta
sopra le strutture della scena del teatro romano. Lungo l’asse urbano della via Flaminia, nel 2005, in occasione degli interventi di recupero di palazzo Pianciani è stato messo in luce un battistero attribuibile all’VIII secolo. Insiste su un precedente impianto termale di età romana, e presenta una pavimentazione musiva policroma, decorata con temi allusivi al rito battesimale (due cervi e due colombe ai lati di un kantharos con tralci e al centro un pavone). Da tempo è stata ipotizzata l’esistenza di un quartiere longobardo da collocare nel settore nord della città, in corrispondenza dell’anfiteatro già riqualificato in funzione difensivo- militare in età gota.
Non lontana da palazzo Mauri e da Sant’Ansano si trova la chiesa diruta di San Marco in pomeriis, da cui provengono frammenti di un mosaico di età teodoriciana. Le più importanti testimonianze di età longobarda si concentrano senz’altro nel suburbio, in particolare sull’area del Colle Ciciano,
dove, oltre alla basilica di San Salvatore, si trovava l’ecclesia baptismalis di San Michele Arcangelo – dall’emblematica intitolazione al culto militare longobardo – e l’area funeraria di San Ponziano, che ha restituito la lastra funeraria del longobardo Agipertus. Non troppo distante, presso l’antica chiesa
dedicata al culto di San Sabino, particolarmente caro ai condottieri longobardi, è stata rimessa in luce una vasta area cimiteriale, con sepolture che vanno dal IV-V secolo (tombe alla cappuccina e sarcofagi in terracotta, analoghi ai paleocristiani di San Gregorio e dei Santi Apostoli) al periodo longobardo (fosse terragne). Nel 2009 tombe di età longobarda sono riemerse presso Cortaccione, durante i lavori di costruzione della Strada delle Tre Valli. Si tratta in questo caso di tombe a cassa databili tra il VI e l’VIII secolo, che insistono sull’area di una villa rustica romana rioccupata in età altomedievale, come dimostrano le fornaci da ceramica ivi rinvenute.
Il quadro storico di riferimento nelle vicende del territorio che, a partire dalla seconda metà del VI secolo, costituisce il Ducato di Spoleto è rappresentato dalla collezione di oggetti esposti presso il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto: dall’organizzazione territoriale del IV secolo con gli insediamenti della comunità cristiana, al monachesimo, alla costituzione del Ducato longobardo di Spoleto sino all’annessione dei territori del Ducato all’Impero e alla trasformazione del Ducato in provincia dello Stato della Chiesa.
Le sale V e VI documentano l’età del dominio longobardo costituito in Ducato; nella prima è esposta parte dei corredi funerari provenienti dalla necropoli del Portone presso Nocera Umbra, la più grande necropoli longobarda ad oggi rinvenuta, insieme a quella di Castel Trosino in provincia di Ascoli Piceno, nel territorio del Ducato di Spoleto. Le tombe più antiche appartengono alla prima generazione di Longobardi, provenienti dalla Pannonia, stanziati nell’Italia centrale e le caratteristiche dei corredi testimoniano l’insediamento di un nucleo in diretta relazione con la conquista del territorio e l’esercizio del potere. Nella seconda sala sono presentati elementi architettonici provenienti da Spoleto, preziosa testimonianza di botteghe di marmorari di tradizione longobarda.

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